Negli ultimi anni sempre più famiglie e aziende italiane hanno scelto di installare un impianto fotovoltaico. È un’ottima notizia per l’ambiente, ma c’è un aspetto ancora poco noto di cui è bene iniziare a parlare: cosa succede ai pannelli solari quando arrivano a fine vita?

Come gestire lo smaltimento dei pannelli fotovoltaici

Come gestire lo smaltimento dei pannelli fotovoltaici

Negli ultimi anni sempre più famiglie e aziende italiane hanno scelto di installare un impianto fotovoltaico. È un’ottima notizia per l’ambiente, ma c’è un aspetto ancora poco noto di cui è bene iniziare a parlare: cosa succede ai pannelli solari quando arrivano a fine vita?

Può sembrare una questione lontana, ma non lo è. I primi grandi impianti sono stati installati tra il 2008 e il 2012, e la vita utile media di un pannello è di circa 25-30 anni. Questo significa che già nei prossimi anni sarà necessario smaltire una quantità crescente di moduli esausti.

Capire fin da ora come funziona lo smaltimento dei pannelli fotovoltaici è importante per tre motivi:

  • ridurre l’impatto ambientale di materiali potenzialmente inquinanti;
  • recuperare materie prime preziose come vetro, alluminio e silicio;
  • assicurare che l’energia solare resti davvero sostenibile, dalla produzione allo smaltimento.

Cosa sono i RAEE e cosa c’entrano con il fotovoltaico?

I pannelli solari, una volta dismessi, rientrano nella categoria dei RAEE (Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche). In base alla normativa italiana, esistono due categorie principali:

  • RAEE “domestici”: impianti fino a 10 kW di potenza. Lo smaltimento è a carico del produttore, quindi gratuito per il proprietario;
  • RAEE “professionali”: impianti oltre i 10 kW. Qui le regole cambiano in base all’anno di installazione.

Smaltimento pannelli solari: quanto costa?

In molti casi, niente. Per gli impianti domestici (fino a 10 kW), il costo del futuro smaltimento è già incluso nel prezzo d’acquisto. Quando arriverà il momento, sarà il produttore, tramite i consorzi RAEE, a gestire tutte le operazioni senza spese per il cliente.

Diverso è il discorso per gli impianti più grandi, installati prima del 2014: in quel caso, il proprietario potrebbe dover sostenere un costo compreso tra 250 e 600 euro per kWp. Inoltre, per chi ha usufruito degli incentivi GSE, è prevista una cauzione ambientale (di solito 10-12 euro a pannello) che viene restituita al termine del corretto smaltimento.

Come avviene lo smaltimento?

Quando un pannello fotovoltaico arriva al termine della sua vita utile, non finisce in discarica. Al contrario, viene sottoposto a una serie di lavorazioni che permettono di recuperare quasi tutto il suo contenuto:

  • Vetro (fino a 15 kg per modulo);
  • Alluminio (circa 2 kg);
  • Plastiche e silicio (oltre 3 kg);
  • e piccole quantità di rame e argento.

I moduli vengono smontati e suddivisi in materiali omogenei attraverso impianti specializzati, secondo tecniche sempre più efficienti. Oggi siamo già in grado di riciclare oltre il 95% del peso di un pannello, e nuove tecnologie promettono di arrivare al 98% o più.

Perché è importante farlo bene?

Uno smaltimento corretto ha vantaggi evidenti:

  • economici: si riducono i costi industriali grazie al recupero di materiali, e nascono nuove opportunità nel settore del riciclo;
  • ambientali: meno rifiuti da gestire e meno estrazione di nuove risorse;
  • sociali: si promuove una cultura della sostenibilità e si proteggono suolo, aria e acqua da contaminazioni.

Le difficoltà da affrontare

Oggi lo smaltimento dei pannelli è possibile, ma la sfida è gestire le quantità in arrivo: secondo alcune stime, solo in Italia saranno oltre 20.000 le tonnellate da trattare entro il 2026. Servono infrastrutture logistiche adeguate, tecnologie ancora più evolute e politiche industriali che incentivino il riciclo.

Alcuni materiali, come il silicio e l’argento, richiedono processi di recupero più sofisticati, ancora in fase di sviluppo.

Progetti innovativi per il futuro

Fortunatamente, il settore si sta muovendo. Tra i progetti più promettenti c’è PHOTORAMA, un’iniziativa europea che punta a recuperare quasi il 100% dei materiali con livelli di purezza mai raggiunti prima. Il MIT, invece, ha sviluppato un sistema per pulire i pannelli senza acqua, usando solo forze elettrostatiche: un’idea sostenibile anche in contesti desertici.

Secondo le previsioni di Rystad Energy, il mercato del riciclo solare potrebbe valere oltre 2,7 miliardi di euro entro il 2030.

L’approccio Woltair

In Woltair, crediamo che l’energia pulita debba esserlo davvero, dall’inizio alla fine. Per questo:

  • lavoriamo solo con fornitori che rispettano le direttive RAEE;
  • collaboriamo con consorzi certificati per il riciclo;
  • informiamo sempre i nostri clienti sulle condizioni di smaltimento e gli eventuali contributi ambientali.

Se scegli Woltair, non ti troverai impreparato tra 25 anni: penseremo noi anche a questo.

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